lunedì 23 gennaio 2012

Presentata la mozione congressuale: "voglia di scegliere"

Da comitato elettorale a partito.
La fase congressuale consegna il PdL ai suoi tesserati: oggi abbiamo la concreta possibilità di creare, a livello locale, una struttura rappresentativa, efficace e radicata. La prospettiva è quella segnata dal segretario nazionale Angelino Alfano, un impulso deciso a farla finita con un notabilato chiuso e geloso delle proprie piccole prerogative - quello che ha caratterizzato gli anni delle quote di provenienza e della confusione tra eletti nelle amministrazioni pubbliche e dirigenti politici - per costruire il partito dalla base. Con intelligenze e passione, e in maniera trasparente.
Negli anni in cui bastava il nome di Berlusconi a vincere, la straordinaria capacità mediatica e il carisma dell'uomo erano sufficienti a nascondere inconsistenze politiche e gravi mancanze organizzative, che a livello locale sono state tanto più imbarazzanti. Non più.
Senza più ali, il PdL deve camminare sulle gambe dei propri uomini e delle proprie donne. Riparte dal tesseramento appena concluso, al quale abbiamo partecipato con forza e passione anche se chi avrebbe dovuto motivarci e lanciare la volata, ha perso anche questa occasione alla ricerca del mero obiettivo personale. Riparte da un confronto congressuale al quale partecipiamo sostenendo la necessità di farla finita con la pratica dei doppi incarichi, di dar voce alla base e sostegno e struttura alla militanza. 

Primato alla militanza
La base che disinteressatamente porta alto il nome del PdL, organizza momenti politici, tiene aperte le sedi ed incontra simpatizzanti ed elettori nel disinteresse del vertice provinciale - quella che fa politica anche al di fuori delle amministrazioni - pretende un segno di discontinuità. Basta con i soliti nomi buoni solo a garantire le proprie o le altrui fortune elettorali, e non il successo della squadra. Pretendiamo altri uomini e una diversa gestione del PdL.
Pretendiamo che i militanti siano coinvolti nella vita del partito, costantemente, che incidano sulle politiche locali e sulla nomina dei dirigenti e dei candidati; e che anche i tesserati siano chiamati ad esprimersi, tramite lo strumento delle "indicazioni popolari" e del referendum interno, perché siano soggetti attivi e non semplici tessere da far pesare sulla bilancia. A chi ha una maggiore esperienza politica spetta l'onere di aiutare l'organizzazione del partito che verrà, di suggerirne le mosse, di segnalare tutte le possibili vie per incrementare la partecipazione e l'entusiasmo della base.

Basta doppi incarichi
La meritocrazia è nel nostro DNA. E la legalità, il rispetto delle regole e l'esaltazione del lavoro, l'efficienza, la lotta alle spese improduttive ed alle poltrone elargite per sistemare gli amici o i supporter elettorali, sono riferimenti che ci contraddistinguono e verso i quali chiediamo di orientare il partito nelle sue scelte concrete, oltre che nei riferimenti valoriali.
Il primo segnale di credibilità, imprescindibile, dovrà essere il taglio netto alla pratica dei “doppi incarichi”, sia elettivi che organizzativi, perché non rimanga lettera morta l'appello del segretario nazionale Alfano che nelle scorse settimane ha evidenziato a più riprese come la regola del nuovo partito è «un principio anatomico: il corpo umano è concepito per poter stare seduto su una sedia sola».


Uscire allo scoperto
Il partito che verrà è un'organizzazione solida che non avrà più paura del confronto, interno ed esterno: con gli iscritti ne farà strumento di crescita, nella società civile momento di attrazione e proselitismo, uscendo allo scoperto. Attorno al PdL dovrà svilupparsi una rete di realtà che lo pongano in un dialogo costante con il territorio e attraverso cui offrire risposte ai problemi di destinatari altrimenti difficili da raggiungere, agendo da protagonisti su campi sin ora inesplorati e spesso egemonizzati dalle sinistre. Pensiamo a gruppi di studio, associazioni sportive, cooperative di lavoro e a luoghi di incontro diffusi.
C'è inoltre bisogno che ogni paese abbia un referente del partito, scelto dalla base, libero da incarichi amministrativi, e che sia effettivo punto di riferimento. Al livello provinciale, il compito di non abbandonarli, come troppo spesso è stato, ma di garantire coordinamento e sostegno, consulenza e materiale. In questo senso è indispensabile dotarsi di un giornale periodico che racconti le idee e la vita del partito e prenda posizione sulle questioni locali, da affiancare ad un sito internet costantemente aggiornato.

Spazio ai giovani
E' necessario investire sulle forze giovani del partito, troppo spesso sacrificate all'altare degli interessi personali o sfruttate unicamente come bacino elettorale. Esse vanno innanzitutto cercate e trovate, anche ampliando il raggio di ricerca verso i gruppi esterni al partito perché non diventino facili vittime di piccoli leader, sfruttate come merce di scambio per accordi elettorali. Vanno poi motivate a vivere la politica come impegno costante e servizio alla propria comunità e non come trampolino di lancio per carriere personali.


All'ordine del giorno, oggi c'è la nomina del coordinatore provinciale. Sembra incredibile, ma i nomi che circolano sono sempre quelli, i soliti: quelli di esponenti di spicco del partito che già ricoprono due o tre incarichi elettivi, ma che si fanno avanti per non lasciare varchi ai concorrenti. Ma di cosa ha bisogno il partito? Di un tappo o di un promotore che vi si possa dedicare appieno?
Se, inoltre, consideriamo che chi fin ad ora ha avuto ruoli di responsabilità ha fallito proprio dal punto di vista organizzativo, ecco che si impone un cambiamento radicale. Occorre voltare pagina, prendendo spunto dai risultati delle amministrazioni di centrodestra per un nuovo slancio.

Vi chiedo, dunque, di andare insieme al prossimo congresso provinciale, per affermare la voglia di rinnovamento che c'è nel PDL e le idee ed i valori che ci contraddistinguono senza compromessi di basso livello e dal futuro già segnato. Ce lo chiedono per primi i nostri elettori, che non vogliono spaccature, ma una linea di serietà e fermezza nell'opposizione alla sinistra, come dai banchi di governo.

Il Partito che verrà dovrà avere cura delle relazioni personali, essere radicato nei quartieri dei comuni principali e in tutti i paesi. Una rete di connessioni con la quale formare non una macchina elettorale, ma prima ancora un movimento di opinione e di costruzione del presente e del futuro. Per questo proporremo un Coordinamento Provinciale itinerante che vada ad incontrare regolarmente le varie anime del nostro territorio. E proporremo un coordinamento provinciale senza elementi eletti nelle amministrazioni locali e composto possibilmente da rappresentanti di tutti i comuni della nostra Provincia.
Perché non accada mai più che in alcune realtà non si riesca a presentare una nostra lista o non si abbiano dei referenti inseriti nel tessuto sociale.

Il cammino che ci porterà alle prossime elezioni amministrative, poi alle provinciali ed infine alle Regionali, comincia ora. Con forza e serietà.

Noi vogliamo vincere le elezioni e governare, altri avere dei posti in minoranza.

 

mercoledì 18 gennaio 2012

"VOGLIA DI SCEGLIERE"

"VOGLIA DI SCEGLIERE"

Caro Iscritto,

nelle prossime settimane il Popolo della Liberta' organizzera' il congresso provinciale che nel nostro territorio avverra' probabilmente la seconda domenica di Febbraio.

Il PDL vuole ripartire dal tesseramento appena concluso ed al quale abbiamo partecipato con forza e passione.
Avremmo avuto piacere che il Coordinamento Provinciale uscente avesse organizzato un percorso di incontri e discussioni in vista del Congresso. Purtroppo cosi' non e' stato come a voler confermare la poca presenza territoriale che tutto il movimento del Centro-Destra vive in molte realta' del Piceno.

Un gruppo di iscritti ed amministratori locali, pero', non si arrende a questa situazione e vuole rappresentare un'alternativa alla guida del Partito a livello Provinciale.
E' imprescindibile dare un segnale di credibilita' partendo da un taglio netto ai "doppi incarichi" perche' la regola del nuovo Partito deve essere il "principio anatomico": il corpo umano e' concepito per poter stare seduto su una sedia sola.

Coloro che sono "Associati" al Partito e quindi, da statuto, possono essere eletti a ruoli dirigenziali devono prendere in considerazione l'oppurtunita' di far parte del nuovo coordinamento che si verra' a creare a breve.

Per questo nei prossimi giorni ti contatteremo e ti segnaliamo la possibilita' di incontrarci anche domenica 22 Gennaio dalle 10:30 a San Benedetto del Tronto presso l'Hotel Garden.

"ORA PUOI"